Arriva il registro per gli affitti brevi con Decreto del ministero del Turismo, scrive su Il Giornale Marcello Astorri. Inizia così un vero e proprio rodaggio per la banca dati nazionale sugli affitti brevi. La pubblicazione del decreto del ministero del Turismo segna l’iter per l’integrazione di tutti i dati di Regioni e province autonome, con l’obiettivo di far emergere il gigantesco sommerso nell’ambito di un mercato in crescita che, secondo alcune stime, è composto da un esercito da mezzo milione di abitazioni, senza alcuna regolamentazione.
La fase sperimentale finirà con l’inizio di settembre, dopo un’estate in cui Regioni e Province autonome sono invitate a trasferire le loro informazioni alla piattaforma nazionale (Bdsr). Una sorta di censimento nazionale, insomma, analizza Astorri.
Durante questa fase si cercherà di far dialogare tra loro banche dati che al momento potrebbero essere disallineate. Una volta concluso il test, ed entrato a regime il sistema, il codice identificativo nazionale (il «Cin») potrà essere richiesto dall’utente su un apposito portale del ministero, inserendo i propri dati. Dovrà essere esposto sugli stabili o strutture ricettive e indicato negli annunci pubblicati online. Si tratta di una delle misure del governo per cercare di mettere ordine in un settore che finora ha vissuto di una deregolamentazione quasi totale, tra caro affitti e gettito sommerso.
Una dimostrazione plastica è il caso AirBnb, con la piattaforma per affitti brevi più celebre al mondo che alla fine dell’anno scorso si è accordata col fisco italiano per versare 576 milioni di euro in relazione agli anni 2017-2021. Il contenzioso era nato perché l’azienda non aveva trattenuto la cedolare secca al 21% sugli affitti incassati dagli utenti. Seppur con più obblighi e regole, gli affari per Airbnb e soci si preannunciano buoni con un’estate che potrebbe essere da record: si comincia subito da giugno con il ritorno del caldo che, secondo Coldiretti, porterà sette milioni di italiani in vacanza. Secondo le stime del Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, nel 2024 il business delle vacanze genererà un giro d’affari da 223 miliardi, in crescita del 4% sull’anno scorso.
«Il dato più interessante», ha dichiarato il presidente del Ciset, Michele Tamma, «ma anche preoccupante, è una richiesta di altri 100mila posti di lavoro». Insomma, il settore ha fame di lavoratori dopo che già nel 2023 aveva macinato numeri da record con oltre 134 milioni di arrivi e ben 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi. A rilevarlo è l’Istituto nazionale di Statistica nella relazione del gruppo di Lavoro inter-istituzionale sul turismo «Alloggiati web». Tra il 2019 (ultimo anno prima della pandemia) e il 2023 gli arrivi nelle strutture ricettive italiane sono cresciuti di 3 milioni di unità (+2,3% rispetto al 2019). Gli stranieri sono stati il 52,4% delle presenze turistiche. Una massa in movimento che peserà sui prezzi. Assoutenti e Centro di formazione e ricerca sui consumi stimano che quest’anno andare in ferie costerà in media tra il 15 e il 20% in più rispetto all’anno scorso. Tra le voci più salate si trova quella dei trasporti: per un volo di andata e ritorno (partenza 10 agosto, ritorno 17 agosto) relativo a una famiglia con due bimbi, si spendono oggi un minimo di 972 euro per la tratta Milano-Brindisi, con un incremento del +15% rispetto allo stesso volo acquistato a giugno dell’anno scorso e 924 euro per volare da Roma a Olbia (+15,5% sul 2023). Va leggermente meglio per chi decide di spostarsi in traghetto, portandosi con sé l’auto: in questo caso i rincari (partenza 9 agosto, ritorno 17 agosto) ammonteranno in media al 6%. Per quanto riguarda le spiagge, invece, Assoutenti calcola che per un ombrellone e due lettini la spesa media si attesta in Italia tra i 30 e i 35 euro al giorno, con rincari medi attorno al 5%.
Per l’estate 2024 parte un test per il codice identificativo legato all’iscrizione nei registri degli affitti brevi a cui dovranno aderire tutte le strutture ricettive secondo decreto del ministero del Turismo.
Si prevede un’estate da record, e lo dice anche la ricerca di 100mila lavoratori stagionali nel settore turistico. Dunque, serviva urgentemente una regolamentazione che ponesse fine alla giungla di affitti e sub-affitti che si scatena soprattutto d’estate nella nostra Penisola. E il caso del colosso AirB&B, costretto a versare al fisco italiano 576 milioni di euro di arretrati per gli anni 2017-2021, dimostra che il Governo fa sul serio per porre fine ad un settore privo di alcun tipo di regola.
Il cosiddetto CIN per gli affitti brevi è dunque destinato a creare una banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche e le banche dati regionali e delle Province autonome delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche.
Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma tramite identità digitale, i titolari delle strutture e i locatori di immobili possono visualizzare le strutture collegate al proprio codice fiscale, integrare gli eventuali dati mancanti e ottenere il CIN.
La norma ha l’obiettivo dichiarato di assicurare la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, il coordinamento informativo, statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale, oltre che la sicurezza del territorio ed il contrasto a forme irregolari di ospitalità, come si legge anche sul sito fisco e tasse.com.
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